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elettronica Desolfatazione elementi batteria …

Rosso Antico

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Buon pomeriggio a tutti,

FYI, nel Gennaio del 2020, sostituii la batteria di primo equipaggiamento della mia vecchia Cee’d con una FIAMM avente (almeno sulla carta) prestazioni superiori rispetto alla precedente. In effetti, per quasi due anni e mezzo, questo accumulatore si è comportato egregiamente. Però, alcune settimane or sono, il valore della tensione a vuoto - con quadro alimentato - è sceso al di sotto dei 12.4 - 12.5V, comportando una conseguente, seppur leggera, difficoltà di avviamento del propulsore ☹️. Ho storto un po’ il naso, ma ho ravvisato una possibile giustificazione del problema nel lockdown nazionale dovuto alla pandemia, che ci coinvolse tra Marzo e Maggio 2020, "immobilizzando" tutti noi, vetture comprese. Devo però dire che, ogni due giorni, contravvenendo al “coprifuoco” ;), mettevo in moto la vettura per dieci minuti, facendo tre o quattro giretti attorno all’isolato dove abito, nella speranza preservare la carica della batteria ed evitare un'eventuale, irreversibile solfatazione delle piastre. A questo, aggiungevo qualche sporadica ricarica effettuata con un vecchio, ma glorioso ed indistruttibile caricabatterie che possiedo da oltre vent’anni. Si tratta di un super-classico alimentatore a tensione fissa, con un tradizionale circuito ad isolamento galvanico (quindi con trasformatore, ponte di Graetz, condensatori, regolatore di tensione, etc.), comunque protetto da inversione di polarità, sovraccarico e cto/cto:

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Molto tempo dopo la fine del lockdown, acquistai anche un mantenitore di carica smart (molto più piccolo, compatto e leggero del vecchio caricabatterie ma, certamente, senza isolamento galvanico) che, praticamente, non ho mai usato fino a Sabato scorso:

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Per sicurezza, ho staccato entrambi i morsetti della batteria ed ho provato – lo ammetto, con un po’ di scetticismo – ad utilizzare la funzione “Repair”, ovvero un’iniezione di impulsi di corrente in grado di disgregare i cristalli di solfato di piombo che si formano sulle superfici degli elementi delle batterie durante il processo di scarica:

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Ovviamente, più la batteria è scarica, più cristalli si creano, e più difficile diventa il disgregarli e dissolverli per ricostituire la soluzione di H₂SO₄ in cui le piastre sono immerse. Devo però dire che, dopo circa 18 ore di questo trattamento, la batteria sembra “rinata”. La tensione a vuoto, sempre a quadro acceso, è ritornata ai valori normali ed il motorino di avviamento adesso gira allegramente, consentendo partenze quasi istantanee del mio vecchio Diesel.

Mi sentirei quindi di raccomandare l’utilizzo della funzione “Repair” a chi già possiede, o pensa di acquistare, un mantenitore di carica smart, nel caso in cui la batteria della propria vettura mostrasse significativi segni di “stanchezza” 🙂.

Grazie ... e buona strada a tutti Voi,

:ciao:
 
Ultima modifica:
buono a sapersi... potrebbe far comodo per la batteria della moto, che ormai utilizzo molto poco...
 
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