Per rispondere a delle normative sempre più rigorose in termini di consumi, emissioni ed inquinamento, le case automobilistiche si sono trovate a dover cercare soluzioni alternative per poter rispettare queste restrizioni. Una soluzione che viene adottata ormai da quasi tutti i produttori di veicoli è l’introduzione di vetture ibride (motore a benzina/diesel supportato da un motore elettrico) e in questo panorama anche Kia ha realizzato una vettura di questo genere: la Kia Niro.
Si tratta di un veicolo completamente nuovo come tipologia, prima vettura Crossover appunto ibrida per il colosso coreano, che cerca di entrare in questo segmento dominato da anni dalle avversarie Giapponesi, Toyota ovviamente in primis, leader mondiale dell’utilizzo dell’ibrido, e lo fa con un’ auto particolare, “ibrida” anche per quanto riguarda la carrozzeria, dato che si tratta di una vettura di segmento C (è lunga 435 cm, poco più di una Golf) ma con una carrozzeria rialzata. Una sorta di incrocio tra un SUV e una piccola station wagon, quindi una vettura con una luce maggiore da terra, in grado di affrontare strade bianche, piccoli tratti off-road, ovviamente di lieve entità, senza troppi patemi d’animo per i rischi di toccare con il sottoscocca, ma nel frattempo di mantenere un elevato confort a bordo, con la versatilità tipica delle station wagon, dato da abitacolo spazioso, soprattutto in altezza, e da un bagagliaio capiente.
Il modello che proviamo, la HEV 1.6 GDi, offerta per ora nell’unica motorizzazione ibrida, è in allestimento Energy, con base di partenza da 30000 euro netti, cui per il nostro esemplare si è aggiunta la vernice White Soul (300 €), ruotino di scorta (200 €), e il pacchetto Remote Assistant con 7 anni di servizi (599 €). La lista degli optional include l’Eco Pack, con cerchi da 16” aerodinamici anziché i 18” in prova, e basta. Il prezzo di listino è più elevato della concorrenza, ma con tutto l’indispensabile (e anche più) di serie. Alla Kia hanno capito che lo specchietto per allodole di versioni base scarne da integrare (come fanno molte tedesche), pur funzionando, faceva fare una magra figura alla casa, e hanno optato per una migliore dignità e serietà nei confronti dei loro clienti.
Prima di cominciare, vi diamo un’informazione molto utile: la Kia ha un canale Youtube con dei corti video animati che spiegano l’uso dei principali dispositivi a bordo della Niro (o di altri veicoli della casa), disponibili in più lingue.
Qui vi riportiamo il canale generale della Kia, dove potrete trovare i modelli di vostro interesse; per la Niro in versione italiana, potete trovare qui i video dedicati. Non nascondiamo che abbiamo apprezzato molto la cosa.
Esternamente apprezziamo molto il muso, con molti rimandi alla Kia Sportage e ancora la calandra Tiger Nose nella sua penultima generazione; non siamo a livello di stile così aggiornati e rinnovati come la più piccola Rio, ma è comunque molto gradevole. Fari e fendinebbia grandi, come dev’essere per garantire la giusta visibilità, due prese d’aria per i freni davanti ai passaruota e due “baffi”, due mustacchi di plastica satinata simil alluminio che ne incorniciano la grembialatura dello spoiler, ripetuti dietro sul paraurti. Simpatici e ne alleggeriscono la linea, essendo piuttosto discreti.
La calandra qui è ancora aperta, grande e doppiamente incorniciata da una cromatura prima, e un bordo di plastica opaca; sulla presa d’aria inferiore del muso si può vedere il radar del cruise control adattivo e frenata automatica con riconoscimento pedoni (!). Di fianco è molto semplice, non sgradevole ma non originalissima, perché sa di dejà vù (sembra una Rio lievitata), con una cromatura lungo l’arco dei finestrini, barre sul tetto della stessa finitura, e un bordo di plastica opaca che riveste tutto il brancardo e collega idealmente, attraverso i passaruota, il muso col posteriore.
La coda appunto, a vederla sulle prime si potrebbe confonderla con la Sportage; in realtà il disegno dei fari è leggermente diverso, con i gruppi fra l’altro sporgenti (danno un senso di tridimensionalità), ed un grosso spoiler sul lunotto che contribuisce ad avere un cx dichiarato di 0.29. Fra l’altro, le appendici che proseguono dallo spoiler lungo il lunotto abbracciano i fari posteriori, e sono neri lucidi (simili al vetro) e contrastano con il bianco pastello della carrozzeria per rendere i montanti posteriori visivamente più snelli. È un esempio di come oggi, stilisticamente nulla venga lasciato al caso.
In sostanza, fuori è morbida davanti, più affilata dietro; oltre che conciliare esigenze aerodinamiche, è un mix di stili del gruppo Kia che si ritrovano sui modelli precedenti; potremmo definire quest’auto un contenitore di citazioni.
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Per chi fosse più interessato e curioso degli aspetti tecnici di questo bel Crossover, abbiamo dedicato una pagina (la potete trovare qui)interamente ad un ampio excursus tecnico, approfondendo la meccanica e l’elettronica del powertrain.